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Fifa 10, il calcio digitale tra nuove finte e mercato

La strana solitudine del difensore: interviene in fase di copertura e accompagna l'avanzata del centrocampo. Il resto della partita la passa poi a guardare gli altri giocatori riuscendo a volte perfino ad annoiarsi. Che succeda nella realtà non fa notizia, che invece avvenga in un videogame di calcio è già più interessante. Perché inverte la prospettiva usuale, molto televisiva, della gestione di una squadra intera trasferendo il tutto sul piano individuale. Ed è solo uno dei modi possibili di vivere il calcio in Fifa 10, nei negozi dal 2 ottobre per tutte le console. Videogame fra i più amati da noi, anche se fino ad ora meno popolare della serie di Pro Evolution Soccer che il 22 esce in versione 2010.

Vestire i panni del nuovo acquisto del Genoa, della Roma o di una qualsiasi altro club, non è però un'innovazione di oggi. I Play: 3D Soccer, gioco italiano del 1991 e in seguito Libero Grande, avevano già tentato questa strada poi ripresa da Fifa un paio di stagioni fa. Qui infatti la novità sta nel fatto che nessuno fino ad ora aveva mai messo in campo una tale varietà di opzioni, o meglio di esperienze legate al calcio. "Non guardiamo più tanto alla qualità della grafica, ma alla struttura del gioco. E questo significa alle sue dinamiche profonde e a quello che riesce a comunicare", racconta Peter Moore, presidente della divisione Sports della Electronic Arts, fra i più grandi editori di videogame al mondo. "Da qualche anno abbiamo puntato ad esempio sull'offrire la possibilità di giocare via Web dieci contro dieci. E abbiamo migliorato l'intelligenza artificiale dei giocatori gestiti dalla console, lavorato sulla fisica in modo che i contrasti siano più realistici. Sono tanti piccoli passi per costruire uno sguardo di insieme".

In effetti il gioco non è stato rivoluzionato rispetto alla versione precedente, solo rifinito. Ed è come sempre vastissimo: 15 mila giocatori fedelmente riprodotti, 26 campionati con tutti i loro club (a volte anche quelli di B come nel caso dell'Italia, Germania, Francia, Inghilterra, Spagna), più 46 nazionali.

Oltre alla possibilità non solo di giocare singoli match, tornei, coppe e coppette, ma anche di inventarsi manager e gettarsi nell'arena del calcio mercato. Che in soldoni significa poi tentare di rafforzare la propria squadra del cuore e alla fine non riuscirci per problemi di budget. Ma è comunque avvincente poter mettere sul piatto un'offerta per Lionel Messi del Barcellona e ricevere un secco rifiuto perché il campione argentino di venire a giocare in Italia non ne vuole proprio sapere. Oppure mandare in avanscoperta dei talent scout in giro per Africa e Sud America alla ricerca del nuovo Ronaldinho. Senza dimenticare la parte online dove ci si può lanciare, spesso incautamente, in partite di gruppo con un alter ego magari dal nome fantasioso e che "indossa" il nostro volto preso da una fotografia digitale.

Insomma: Fifa 10 è bello e complesso, tanto che per prendere dimestichezza con il nuovo sistema di finte e controfinte ci vuole tempo e molta pazienza (fortuna che ci si può allenare liberamente anche nelle punizioni e nei calci d'angolo). E poi è anche un videogame crudelmente vicino alla realtà. Se tifate per una squadra non proprio ai vertici, meglio non giocare contro il Chelsea o il Manchester United. Eviterete così di spaccare il joypad in terra per la rabbia di aver perso come sarebbe avvenuto con ogni probabilità nel mondo reale.


Autore: Jaime D'alessandro
Fonte: LaRepubblica.IT
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