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Niente più occhi chiusi grazie al flash invisibile

Sorriso e monumento alle spalle, gli ingredienti per la foto perfetta ci sono tutti ma il flash è traditore e ci immortala a occhi chiusi. Ora il problema potrebbe risolversi grazie a una macchina capace di scattare fotografie con un flash invisibile a luce ultravioletta, che per ora deve essere abbinato a una fotocamera digitale capace di gestirlo. Il risultato sarà quello di ottenere immagini più eleganti, non "storpiate" dall'illuminazione artificiale.

I ricercatori Dilip Krishnan e Rob Fergus potrebbero passare alla storia come gli inventori del "dark flash": per ottenerlo hanno modificato il percorso del flash tradizionale, facendogli emettere luce sparsa su un raggio di frequenze più ampio, rilasciando all'esterno quella visibile. I due ricercatori hanno anche rimosso i filtri che in genere impediscono al sensore delle macchine di intercettare i raggi infrarossi e ulravioletti.

In pratica il flash c'è lo stesso, ma l'occhio umano non lo percepisce e quindi rimane rilassato come se la foto venisse scattata di giorno. L'effetto collaterale sta nel fatto che i colori finali sono un po' smorti, e più simili a quelli di un negativo che di una fotografia vera e propria. Ma i ricercatori americani hanno pensato anche a questo e, per rendere più "umane" le immagini, hanno acquisito informazioni sui colori da una foto identica ma scattata in un momento diverso.

L'immagine definitiva è, di fatto, frutto dell'unione di due diversi scatti: il flash invisibile genera un'immagine simile a quella dei visori notturni poi in seguito viene scattata una fotografia standard, senza flash, scura e sgranata, ma con colori corretti. Il software della fotocamera unisce le due foto e crea un'immagine luminosa e con i colori adeguati.

Come procedimento è un po' farraginoso. Ma efficace, poiché il risultato di questa seconda elaborazione ha portato a ottenere immagini molto buone. Krishnan e Fergus ci tengono però a raffreddare gli entusiasmi: alcuni materiali e oggetti infatti assorbono sia i raggi ultravioletti che quelli infrarossi e quindi non compaiono nelle foto scattate a "dark flash" né nella ricostruzione a colori.

Comunque, non è detto che del flash si debba fare necessariamente a meno. Sono in molti infatti ad esaltare le qualità di fotografie notturne scattate con luce artificiale, dato che questo sistema ha il difetto, e il pregio, di ammorbidire i contorni e rendere le immagini più innaturali.

In origine il flash era costituito da una torcia sulla quale veniva messa polvere di magnesio, alla quale veniva dato fuoco per provocare il lampo luminoso, mentre attualmente si basa su una lampada allo xeno. In attesa che il flash invisibile dei ricercatori newyorkesi entri in commercio, le accortezze da adottare per smussare gli effetti collaterali sono distanziarlo, se possibile, dalla fotocamera, e puntare il raggio di luce non verso l'oggetto da fotografare ma verso una parete. Gli occhi veranno comunque rossi, ma per lo meno aperti.


Autore: Sara Ficocelli
Fonte: LaRepubblica.IT
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